Pubblicato il: 15-4-2025
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Per evitare la chiusura dei distributori in gran parte dei territori – con effetti indesiderati, considerando l’essenzialità del servizio per i cittadini – regioni come il Friuli Venezia Giulia hanno varato politiche di sconti. Tuttavia, un’analisi approfondita mostra una dinamica complessa tra prezzi, concorrenza e comportamento dei consumatori. Le politiche di riduzione del costo alla pompa riescono a contenere solo in parte il cosiddetto fuel tourism, mentre i distributori adattano strategicamente i prezzi per massimizzare i profitti.
In Europa la qualità del carburante è piuttosto omogenea tra i vari distributori. Questo fa sì che le decisioni riguardo il rifornimento degli automobilisti siano trainate principalmente dal prezzo. Non è infatti inusuale che, in una determinata zona, venga individuato da parte dei cittadini un punto di rifornimento più conveniente che attrae più consumatori.
Il prezzo del carburante non è però l’unica variabile da tenere in gioco: se il distributore più vantaggioso è a una distanza notevole rispetto alla zona frequentata di solito dagli automobilisti, la loro scelta ricadrà su distributori più vicini, sebbene questi abbiano prezzi maggiori. Il risparmio di costo, infatti, potrebbe non compensare pienamente il disagio dello spostamento.
Una dinamica di questo tipo è esacerbata in particolare nelle zone di confine, dove la differente tassazione dei carburanti può portare al fenomeno del fuel tourism. Le persone attraversano il confine per rifornirsi in distributori dove il prezzo è più basso. Gli impatti sulle casse dello Stato, per via delle accise e dell’IVA, possono essere notevoli: l’Italia rappresenta un caso importante per questo tipo di fenomeno.
Per incentivare i cittadini al consumo domestico, alcune regioni hanno varato delle politiche per ridurre il prezzo alla pompa dei carburanti. In particolare, a partire dal 1996, il Friuli Venezia Giulia ha implementato una politica per contrastare il fuel tourism nei confronti della vicina Slovenia, dove il prezzo dei carburanti è inferiore.
La regione è quindi stata divisa in zone, sulla base della distanza dal confine. Ognuna di queste zone presenta uno sconto sui carburanti che decresce con la distanza dalla Slovenia. Dopo varie rivisitazioni, si è arrivati alla presenza di tre zone: la Zona 0, più vicina al confine, la Zona 1, intermedia, e la Zona 2 che è invece quella più lontana.
Per questo motivo, un recente studio dal titolo "Exploring cross-border energy policies and their impact on gasoline prices in Friuli Venezia Giulia, Italy", di Angela Stefania Bergantino, Mario Intini, Younes Nademi e Federica Nuzzo per lo Spoke 7 - Grins del gruppo di ricerca dell’Università degli Studi di Bari, ha indagato, attraverso un’articolata analisi empirica, come questo tipo di politica ha impattato sulla dinamica dei prezzi.
Lo studio analizza la dinamica dei prezzi in Friuli Venezia Giulia nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2022 e il 31 marzo 2023. In questo intervallo temporale, infatti, c’è stato un cambiamento fondamentale nella politica di sconto. Fino al 22 gennaio 2023, i comuni dell’Area 1 e dell’Area 0 ricevevano lo stesso livello di sconto. Tuttavia, dal 23 gennaio 2023, in risposta a una pressione inflazionistica elevata, è stato introdotto uno sconto aggiuntivo di dieci centesimi al litro nell’Area 0.
Dal punto di vista delle statistiche descrittive, nei comuni dell’Area 0, situati nei pressi del confine con la Slovenia, i distributori presentano prezzi medi più elevati rispetto a quelli delle altre due aree, nonostante la concorrenza con quelli sloveni che, come abbiamo detto, mantengono prezzi più bassi rispetto all’Italia.
L'analisi ha identificato quattro regimi principali, distinguendo tra due relativi al livello dei prezzi e due alla loro volatilità. I primi due regimi corrispondono a prezzi elevati e prezzi più bassi; mentre i secondi, quelli che riguardano le oscillazioni del prezzo, corrispondono a un livello di elevate fluttuazioni nel prezzo e a un regime di relativa stabilità.
Secondo gli autori, questa rappresentazione è più adatta alla comprensione del fenomeno rispetto a modelli lineari e consente una lettura più profonda del comportamento strategico dei distributori di fronte alle politiche regionali di sconto.
In generale, l’impatto dello sconto è positivo in entrambi i regimi di prezzo, con un effetto più pronunciato quando i prezzi sono bassi ed è elevata la volatilità. Questa reazione, più evidente durante i periodi di prezzo più basso, è collegata, secondo le interpretazioni degli autori, a una maggiore domanda in tali circostanze.
Tuttavia, è importante notare come le stime variano sensibilmente rispetto alle tre differenti aree in cui è applicato lo sconto. In particolare, nell’Area 0, quella più vicina al confine, l’impatto dello sconto è sensibilmente inferiore. Questo suggerisce che gli effetti della competitività con l’estero e il fuel tourism giochino un ruolo fondamentale che lo sconto non riesce a intaccare.
Anche i risultati dell’analisi relativa alle altre due zone mostrano una relazione complessa: gli sconti praticati dai distributori non sempre si traducono in un abbassamento diretto del prezzo finale per il consumatore. Al contrario, spesso i distributori adeguano i loro prezzi per trarre vantaggio dagli sconti stessi. In particolare, quando gli sconti aumentano, le stazioni tendono ad alzare il prezzo netto, in modo tale da garantire una parte più consistente dei guadagni.
Sono due fattori, secondo gli autori, che portano a questa dinamica. Da un lato, gli sconti stimolano la domanda, poiché i consumatori percepiscono un prezzo più conveniente e sono incentivati ad acquistare di più. Dall’altro, le stazioni di servizio possono sfruttare questa maggiore domanda per aumentare i prezzi senza perdere troppi clienti, soprattutto in contesti di mercato in cui la concorrenza è limitata e la flessibilità di prezzo è maggiore.
L’analisi rivela inoltre che l’efficacia degli sconti varia a seconda del regime di prezzo. Nei periodi in cui i prezzi della benzina sono già alti, i distributori hanno meno margine per aumentarli ulteriormente senza scoraggiare i consumatori. In queste situazioni, l’impatto degli sconti è più limitato. Al contrario, nei periodi di prezzi bassi, le stazioni hanno maggiore libertà di rialzare i prezzi in risposta agli sconti, riuscendo così ad aumentare i margini di guadagno senza compromettere le vendite.
Ciò dimostra quanto sia complesso il legame tra politiche di sconto, comportamento dei consumatori e strategie di prezzo nel settore della distribuzione carburante.
Vi è poi una forte eterogeneità nel comportamento delle grandi catene rispetto ai rivenditori più piccoli, per quanto riguarda la determinazione dei prezzi. Le grandi catene hanno maggiore potere di determinazione del prezzo e, soprattutto nei periodi di prezzi bassi, riescono ad aumentare i prezzi netti in risposta agli sconti, senza subire un calo significativo della clientela.
L’effetto è più pronunciato nelle zone con una minore concorrenza. I rivenditori più piccoli adottano una strategia diversa, proprio per via della loro natura. Nei regimi di prezzi elevati, evitano di alzare troppo i prezzi per non perdere clienti sensibili alle variazioni di costo. Tuttavia, nei regimi di prezzi bassi, tendono ad applicare aumenti più marcati, sfruttando gli sconti per attrarre consumatori attenti al prezzo.
“Questa analisi consente di valutare in maniera puntuale, attraverso i dati, l’impatto delle politiche fiscali territoriali e l’impatto della concorrenza sulla dinamica dei prezzi dei carburanti. Con il nostro modello è possibile anche simulare strategie differenziate e valutare l’impatto delle scelte di policy sulle dinamiche competitive e sul benessere complessivo degli utenti”, afferma la prof.ssa Bergantino.
Quello che emerge è la necessità di un approccio più mirato e granulare all’implementazione delle politiche di sconto, che tenga conto delle dinamiche economiche e competitive specifiche delle zone.
Un aspetto da tenere conto è la differenza nel comportamento tra le grandi catene e i piccoli rivenditori, che mostrano una significativa eterogeneità nell’adeguamento del prezzo in presenza di queste politiche di sconto. Inoltre, in un periodo in cui la questione climatica è di fondamentale importanza e considerato l’impatto del settore dei trasporti sulle emissioni, potrebbe essere opportuno svolgere un'attenta analisi dei benefici effettivi della politica di sconto, tenuto conto dei possibili utilizzi alternativi.
Interventi mirati, come la promozione dei carburanti alternativi, il sostegno alla transizione energetica e il potenziamento delle infrastrutture per il trasporto pubblico, rappresenterebbero un passo concreto verso la riduzione della dipendenza dai carburanti tradizionali. Una minore domanda porterebbe non solo a effetti significativi sul mercato regionale, ma contribuirebbe anche a contenere il fenomeno del fuel tourism.
Per via della complessità del fenomeno, suggeriscono le autrici e gli autori dello studio, è di fondamentale importanza una valutazione più articolata, basata anche su dati relativi alla domanda e al comportamento dei consumatori.
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