Pubblicato il: 27-2-2024
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La quota della spesa complessiva delle amministrazioni pubbliche di competenza dei comuni è pari a circa il 7 per cento se consideriamo la spesa corrente, mentre quella relativa alla spesa per investimenti si attesta sopra al 20 per cento. Quest’ultima è risultata negli ultimi anni in costante crescita: nel 2022 ha superato i 15 miliardi di euro, con un aumento del 36 per cento in termini reali rispetto al 2016 (figura 1). È il risultato del crescente contributo dei comuni al potenziamento della dotazione infrastrutturale e allo sviluppo territoriale.
Figura 1 – Spesa in conto capitale dei comuni (2016 – 2022) miliardi di euro
Coerentemente, nel quadro della realizzazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, finalizzato a favorire la ripresa economica e a rafforzare la resilienza del paese dopo il Covid-19, i comuni giocano un ruolo centrale nell’attivazione di progetti strategici e nella realizzazione di investimenti mirati.
I comuni sono i soggetti attuatori del Pnrr in assoluto più coinvolti su tutte le Missioni, con le sole eccezioni delle Missioni 3 (Infrastrutture per una mobilità sostenibile) e 6 (salute). Dovrebbero ricevere 41 miliardi di euro, pari al 23 per cento delle risorse programmate, di cui il 61 per cento andrebbe a imprese e soggetti privati.
I dati aggiornati a novembre 2023 relativi alle procedure di gara avviate e aggiudicate sul totale degli investimenti programmati mostrano che i comuni, con una quota rispettivamente del 34 per cento e del 15 per cento, sono molto più avanti di regioni (8 e 4 per cento) e ministeri (18 e 6 per cento), ma più indietro rispetto al comparto sanitario (45 e 28 per cento) e alle province (36 e 18 per cento).
Con oltre centomila progetti nella responsabilità dei comuni è chiaro che gran parte del successo del Pnrr dipende dalla capacità di realizzazione degli investimenti del comparto comunale.
I comuni delle regioni centrali e del Mezzogiorno (tabella 1) hanno avviato un numero inferiore di procedure Pnrr (39 per cento al Nord, 32 per cento al Centro e 31 per cento al Sud) e, soprattutto, ne hanno aggiudicato un numero significativamente inferiore (23 per cento al Nord, 11 per cento al Centro e al Sud).
Tabella 1 – Pnrr, valore dei progetti, delle procedure di gara avviate e di quelle aggiudicate del comparto comunale per area territoriale
Questi dati riflettono un problema che viene da lontano, infatti a livello nazionale la capacità di spesa in conto capitale media prima dell’avvio del Pnrr (2016-2020) dei comuni si attesta attorno al 55 per cento. Esistono, inoltre, forti disparità tra i comuni settentrionali, che presentano una capacità di spesa sopra la media nazionale, e quelli meridionali, che si collocano al di sotto della media (ad eccezione di Sardegna, Puglia e Basilicata). Un altro parametro che può spiegare la differente capacità di spesa è dato dalla distinzione tra centri urbani e “Aree interne” (figura 2), che sono particolarmente presenti nel Sud Italia. Dalla figura 2 si può osservare come le aree interne, soprattutto al sud, presentino capacità di spesa molto basse.
Figura 2 – Aree interne Snai e capacità di spesa in conto capitale dei comuni media 2016-2020
È chiaro che per riuscire a portare a termine i progetti previsti dal Pnrr bisogna urgentemente affrontare il problema cronico della capacità di spesa in conto capitale dei comuni. Ciò può essere fatto con celeri politiche mirate al miglioramento della efficienza ed efficacia amministrativa dei comuni e valorizzando per le aree interne uno strumento organizzativo che già esiste: le unioni di comuni, che potrebbero svolgere un ruolo essenziale nel gestire e coordinare investimenti di grandi dimensioni come quelli implicati dal Pnrr.
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