Nel 2024 la speranza di vita in Italia ha raggiunto un nuovo massimo storico: 83,4 anni, registrando un incremento di 0,4 anni rispetto al 2023. Un valore che ci colloca ai vertici della graduatoria europea, subito dopo la Svezia.
L’allungamento della speranza di vita comporta una sfida cruciale per la sostenibilità finanziaria dei sistemi previdenziali e sanitari, ma anche per l’equilibrio macroeconomico complessivo, in quanto può incidere sulla struttura del mercato del lavoro, sulle scelte di risparmio e su quelle di consumo.
L’indagine ISCE permette di studiare le aspettative pensionistiche dei consumatori italiani e il loro grado di preparazione economica alla vecchiaia. Una più profonda comprensione della struttura di queste aspettative permette di valutare l’adeguatezza delle scelte previdenziali e dunque di orientare politiche per la sostenibilità del sistema pensionistico, attraverso, ad esempio, la promozione di forme di previdenza integrativa.
I quesiti posti puntano a investigare le aspettative per quanto riguarda l’età di pensionamento e la quota di reddito che gli italiani prevedono di ricevere come pensione pubblica.
I risultati evidenziano come, in media, i cittadini italiani occupati (dipendenti e indipendenti) si attendono di andare in pensione a circa 66 anni, con un reddito pari a poco più della metà dello stipendio percepito in età lavorativa.
Emerge, inoltre, che la metà degli intervistati percepisce la pianificazione per la sicurezza nella vecchiaia prevalentemente come una responsabilità individuale.
Nonostante tali evidenze, la diffusione di piani di previdenza integrativa rimane piuttosto limitata, seppur legata alle caratteristiche socio-economiche delle famiglie.