Pubblicato il: 22-3-2025
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“Si può affermare che AMELIA non è più solo un progetto in evoluzione, ma una realtà operativa, in continuo miglioramento” – ha commentato Vincenzo Atella. “Abbiamo una solida architettura, un numero crescente di dataset caricati e i primi servizi a disposizione della rete di ricerca. Ora è essenziale raccogliere feedback per perfezionare la piattaforma in termini di funzionalità e usabilità.”
L’infrastruttura, come emerso dagli interventi, offre già una serie di strumenti avanzati: un’area dataset pubblici e analisi esplorativa, che consente ai ricercatori di navigare tra i dati disponibili e sperimentare elaborazioni statistiche.
Query tool e data analysis tool, che semplificano la conduzione di analisi statistiche e descrittive, integrando funzionalità intuitive per la combinazione di dataset, rendendo le operazioni accessibili anche a chi non ha familiarità con linguaggi di programmazione.
Inoltre sono già integrati alcuni servizi come il Verifiability Index, per valutare la realizzabilità delle dichiarazioni pubbliche dei policy maker. WhatDSApp, un’applicazione per l’ Analisi della Sostenibilità del Debito (DSA), utile per generare scenari dettagliati per individuare strategie di finanziamento ottimali.
Uno dei maggiori ostacoli nell’utilizzo dei dati è la difficoltà di individuare dataset rilevanti e analizzarli in modo efficace. “Il problema – ha sottolineato Giuseppe Psaila – è la frammentazione delle fonti, che rende complessa l’integrazione delle informazioni e ne ostacola una consultazione intuitiva”.
Per risolvere questo problema, il team di ricerca dell’Università di Bergamo, coordinato dal prof. Psaila, ha sviluppato Meta-Dim, un modello per la gestione semantica dei dati.
“Meta-Dim” – continua Psaila – “è uno strumento che supera il classico approccio per parole chiave, introducendo una strutturazione più intelligente delle informazioni. Basato su Natural Language Processing (NLP) e word embedding, organizza i dataset in ontologie gerarchiche, semplifica la ricerca e migliora la connessione tra fonti di dati differenti. Puntiamo a rendere la fase di analisi più intuitiva e accessibile, riducendo il tempo necessario per individuare e interpretare dati rilevanti”.
L’intelligenza artificiale sta trasformando radicalmente il modo in cui i dati vengono raccolti, analizzati e utilizzati e anche il progetto AMELIA sta inglobando questi avanzamenti, valutando progressivamente numerosi applicativi basati su AI sviluppati dalla rete di ricerca Grins. Si tratta di soluzioni che puntano a migliorare l’organizzazione, la visualizzazione e l’elaborazione dei dati, in linea con l’obiettivo cardine di Grins: supportare un processo decisionale più efficace per ricercatori, imprese e policy-maker.
L’azienda Seacom, ad esempio, sta lavorando a Nova, un sistema AI che consente di interrogare dataset in linguaggio naturale, eliminando barriere tecniche nell’analisi dei dati. EBWorld ha presentato il suo progetto di Geo-Portale, che integra strumenti avanzati di analisi cartografica e permette di tematizzare dati geospaziali con GeoChat, un chatbot che supporta gli utenti nell’interpretazione dei dati territoriali. Exprivia ha introdotto XAI4Amelia, un modulo di Explainable AI (XAI) che migliora la trasparenza nei modelli di machine learning, offrendo strumenti di analisi controfattuale per comprendere il peso delle variabili nei processi decisionali.
Un ulteriore contributo viene dal progetto BAEDAI, sviluppato da Neodata Group, che punta a eliminare le barriere di accesso ai dati economici. “L’obiettivo – ha spiegato Giovanni Giuffrida – è rendere questi dati più facilmente fruibili per ricercatori, aziende e amministrazioni, utilizzando modelli LLM (Large Language Models) per interpretare query in linguaggio naturale e gestire enormi volumi di dati economici, come quelli di Eurostat”.
La sessione pomeridiana del primo giorno ha focalizzato l’attenzione ai profili di sostenibilità per supportare le imprese nella transizione verso modelli più resilienti. Il Portale Imprese, sviluppato a supporto del Tavolo per la Finanza Sostenibile del Ministero dell’Economia e della Finanza, è una piattaforma che verrà integrata in AMELIA che nelle versioni attuali è pensata per aiutare le aziende a misurare e migliorare le proprie performance ambientali, sociali e di governance.
Il Portale Imprese" – ha spiegato Monica Billio – "offre in questa prima fase di sviluppo uno strumento di self-assessment che consente alle aziende di valutare la propria sostenibilità attraverso un algoritmo di benchmarking. Oltre a restituire un’analisi dettagliata su ambiente, social, governance e rischi fisici e di transizione, l’applicativo verrà progressivamente migliorato per adattarsi alle esigenze delle imprese e integrato con numerosi altri servizi.
A rendere la piattaforma sempre più completa e performante, contribuiscono infatti diversi progetti di ricerca, ciascuno con un focus specifico.
Mappatura territoriale e benchmarking delle strategie di adattamento climatico. Un contributo significativo al portale viene dal progetto dell’Università di Torino, guidato dalla professoressa Vera Palea, che ha sviluppato un modello di benchmarking per la valutazione delle strategie di mitigazione e adattamento ai rischi climatici con attenzione alle caratteristiche territoriali.
Non è solo un servizio integrabile nella piattaforma – ha spiegato Palea – ma un deliverable di progetto pensato per analizzare le politiche delle imprese in funzione dei peer di settore e del contesto geografico. Il nostro approccio non si limita ai KPI tradizionali, ma combina dati quantitativi e qualitativi per distinguere tra strategie realmente trasformative e interventi puramente compensativi.
Si tratta di uno strumento, da cui sono emersi numerosi working paper, che non si rivolge solo alle aziende, ma anche agli enti territoriali, perché lavora su “ondate” di survey periodiche e dati utili per mappare la resilienza dei territori. I risultati vengono poi integrati in AMELIA sotto forma di dataset strutturati e in questo modo si rendono disponibili per ricercatori e policy maker.
Life Cycle Assessment per misurare l’impatto ambientale delle filiere produttive. Un altro tassello del Portale Imprese viene dal lavoro del gruppo di Marco Frey (Università Sant’Anna), che sta applicando analisi Life Cycle Assessment (LCA) per valutare l’impatto ambientale di svariate filiere produttive. “Abbiamo finora raccolto oltre 150 dataset geolocalizzati, coprendo settori strategici come alimentare e manifatturiero – ha spiegato Frey – per offrire un quadro dettagliato sugli impatti ambientali e supportare le aziende nel definire strategie più sostenibili”.
Il progetto segue standard riconosciuti a livello europeo, come ISO e il framework Made Green in Italy. L’obiettivo è dare alle imprese strumenti concreti per posizionarsi in un mercato sempre più attento alla sostenibilità.
Standardizzazione delle Dichiarazioni Non Finanziarie. La qualità e la comparabilità dei dati ESG sono aspetti centrali nel contributo di Prometeia al Portale Imprese. La società italiana specializzata in analisi economica, consulenza strategica, modelli di rischio e soluzioni per la gestione dei dati ha presentato un sistema per l’estrazione automatizzata delle Dichiarazioni Non Finanziarie (NFRs). Oggi, le imprese con oltre 250 dipendenti devono redigere una dichiarazione di sostenibilità, ma la mancanza di standard uniformi ne limita l’efficacia. La Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), inizialmente concepita per ampliare l'obbligo di rendicontazione sulla sostenibilità a un numero maggiore di imprese, ha subito un ridimensionamento. Tuttavia, i dati di sostenibilità dovranno comunque rispettare gli standard dell’EFRAG, che significa sempre maggiore uniformità e comparabilità delle informazioni ESG. Questo implica che, pur con un ambito di applicazione ridotto rispetto alle previsioni iniziali, le imprese coinvolte dovranno adeguarsi a un quadro metodologico più rigoroso.
"Il nostro sistema – ha spiegato Antonella Fabrizio – anticipa questa evoluzione, creando un’infrastruttura flessibile in grado di integrare nuovi standard di rendicontazione man mano che verranno introdotti. Vogliamo garantire dati ESG strutturati, accessibili e comparabili per le imprese che vogliono monitorare e migliorare la propria performance in un contesto normativo in continua evoluzione".
Benchmarking Economia Circolare: dati per la transizione sostenibile. Altra iniziativa strettamente legata al Portale Imprese è il Benchmarking Economia Circolare, presentato da Eleonora Rubichi (Università di Torino, Spoke 5). L’obiettivo, ancora una volta, è aiutare le aziende a valutare il proprio posizionamento rispetto agli obiettivi di circolarità e a sviluppare strategie di business più sostenibili.
"L’analisi che proponiamo combina diverse fonti di dati" – ha spiegato Rubichi – "tra cui Dichiarazioni Non Finanziarie, survey aziendali e job post, per mappare le competenze richieste dal mercato. Stiamo inoltre sviluppando un questionario di self-assessment che permetterà alle imprese di misurare il proprio grado di adozione di pratiche circolari".
Oltre a fornire raccomandazioni strategiche, il progetto include un modulo high-tech per l’analisi di brevetti, pubblicazioni e design industriale.
ISTAT: intelligenza artificiale e dati ESG per la trasparenza aziendale. La sessione dedicata alle imprese si è conclusa con l’intervento di Stefano Menghinello (ISTAT), che ha illustrato l’uso dell’intelligenza artificiale per l’estrazione di informazionidai bilanci di sostenibilità.
ISTAT sta infatti sviluppando strumenti basati su web scraping, machine learning e AI generativa per migliorare la comparabilità e la trasparenza delle informazioni ESG. Un’esperienza pilota ha già coinvolto i Piani Integrati di Attività e Organizzazione (PIAO) della Pubblica Amministrazione, dimostrando come queste metodologie possano essere applicate anche alla rendicontazione aziendale.
Il Portale Imprese – conclude la professoressa Monica Billio – vuole proporsi come un’infrastruttura strategica per aiutare le aziende nei percorsi di sostenibilità in modo concreto. L’integrazione dei servizi in fase di sviluppo su AMELIA, insieme al contributo dei diversi gruppi di ricerca, ci permette di offrire strumenti di informazione/formazione alle aziende per migliorare la qualità e la standardizzazione dei dati ESG – sfruttando strumenti avanzati di benchmarking e valutazione – ma soprattutto ci permette di offrire alle imprese un supporto operativo reale per affrontare la transizione sostenibile con analisi mirate e strumenti utili.
La sezione dedicata ai servizi di AMELIA per la ricerca ha messo in evidenza alcuni nuovi strumenti progettati per migliorare l’accesso, la gestione e la protezione dei dati scientifici. Dalla selezione del personale accademico alla tutela della privacy, passando per l’uso di dati sintetici e la digitalizzazione di documenti storici, gli interventi ci hanno parlato il ruolo sempre più strategico delle tecnologie digitali nella ricerca scientifica.
Un primo contributo ha riguardato PoolPo, la web-app illustrata da Paolo Bigoni (Università di Bologna), che propone un modello più efficiente per il reclutamento accademico, facilitando l’incontro tra candidati e istituzioni di ricerca. Si tratta di uno strumento che non solo ottimizza i processi di selezione, ma introduce anche elementi di trasparenza e accessibilità, migliorando l’efficacia delle procedure di valutazione.
Sul fronte della sicurezza e gestione dei dati, Andrea Mioli (CINECA) ha approfondito le tecniche di anonimizzazione per la ricerca scientifica, essenziali per garantire la protezione delle informazioni sensibili senza compromettere la qualità e la fruibilità dei dataset. In questa medesima direzione si colloca il lavoro di Gianmario Saccani (AINDO) sull’uso dei dati sintetici, una soluzione che permette la condivisione sicura di informazioni attraverso modelli in grado di mantenere le caratteristiche statistiche dei dati originali ma riducendo al minimo i rischi legati alla privacy.
L’attenzione alla sicurezza é emersa anche nell’intervento di Paolo Giudici (Università di Pavia), che ha illustrato il progetto Safe MLE, che adotta un approccio per proteggere i modelli di machine learning da potenziali violazioni della privacy, rendendo quindi più affidabili le analisi basate su intelligenza artificiale.
Parallelamente, Lorenzo Cascianelli (Università di Modena e Reggio Emilia) ha mostrato i progressi della digitalizzazione dei registri storici, con un progetto dedicato alla trascrizione automatizzata di documenti manoscritti, in particolare registri fiscali antichi.
Tutte queste applicazioni e linee di ricerca – osserva Matteo Cervellati – tracciano un percorso chiaro verso una ricerca sempre più integrata con l’innovazione tecnologica. La direzione è chiara: accessibilità ai dati, tutela della privacy, ottimizzazione dei processi di selezione accademica e valorizzazione delle fonti. Ma il potenziale di queste soluzioni va oltre l’ambito accademico e può generare impatti significativi proprio con gli spillover generabili dalla piattaforma AMELIA.
L’intelligenza artificiale e l’analisi avanzata dei dati stanno trasformando profondamente il modo in cui le istituzioni pubbliche prendono decisioni, rendendole più informate e basate su evidenze concrete. Le ricerche e le applicazioni presentate nel primo giorno del meeting hanno delineato uno scenario in cui l’integrazione tra tecnologia e politiche pubbliche non è più solo un’opportunità, ma un elemento chiave per affrontare le sfide della sostenibilità economica e sociale con strumenti più efficaci e predittivi.
PolicyAId, sviluppata dalla Fondazione Bruno Kessler, è una delle iniziative più ambiziose in questo scenario. La piattaforma, ancora in sviluppo, punta a fornire ai policy-maker un accesso immediato e strutturato alla letteratura scientifica, senza richiedere competenze specialistiche. Attraverso modelli di intelligenza artificiale, PolicyAId raccoglie, filtra e sintetizza studi e dati. Fornisce risposte rapide e basate su evidenze a chi è chiamato a prendere decisioni strategiche. Un approccio che potrebbe ridurre significativamente il divario tra ricerca accademica e azione politica, facilitando processi decisionali più informati ed efficaci.
Il Politecnico di Milano ha presentato MLegis, una piattaforma per il monitoraggio della qualità delle leggi. L’analisi linguistica avanzata applicata a testi legislativi permette di misurare la leggibilità e la coerenza normativa, riducendo così il rischio di errori nella fase di redazione e migliorando la qualità complessiva della regolamentazione. Una maggiore chiarezza normativa, infatti, non solo favorisce la certezza del diritto, ma incentiva investimenti e semplifica l’operato delle imprese, che spesso si trovano a navigare in un quadro normativo complesso e poco prevedibile.
Parallelamente, il focus sulla sostenibilità territoriale ha trovato spazio nelle ricerche dello Spoke 7, che ha analizzato il rapporto tra politiche pubbliche, mobilità e sviluppo economico territoriale. Coordinata da Raffaele Paci (Università di Cagliari) e Stefano Galavotti (Università di Bari), la relazione ha evidenziato come la qualità delle istituzioni e la gestione della spesa pubblica influenzino la crescita dei territori, sottolineando l’importanza di politiche di coesione mirate e adattabili ai diversi contesti regionali.
Un tema chiave trattato dai ricercatori di Spoke 7 è stato quello delle Zone Economiche Speciali (SEZ), che sebbene abbiano attratto investimenti in alcune aree, presentano effetti disomogenei tra le regioni. I risultati degli studi suggeriscono che l’efficacia di queste politiche dipende fortemente dalla governance locale e dalla capacità di personalizzare gli interventi, piuttosto che applicare strategie standardizzate.
Fondazione GRINS
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Finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), Missione 4 (Infrastruttura e ricerca), Componente 2 (Dalla Ricerca all’Impresa), Investimento 1.3 (Partnership Estese), Tematica 9 (Sostenibilità economica e finanziaria di sistemi e territori).